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mercoledì 24 agosto 2011

Il Nord Europa detta la via

Mentre le borse del Mediterraneo vanno a fuoco, prima tra tutte quella italiana, ci sono paesi che alla crisi globale riescono a rispondere colpo su colpo. Come? Facendo esattamente il contrario di quanto sta facendo il nostro paese.

I paesi del nord investono sul futuro, la dimostrazione sta in un articolo del FQ online dove si testimonia la forte volonta della Danimarca di puntare sulle auto elettriche nonostante una stima dell'UE dica che queste sostituiranno le macchine alimentate da idrocarburi solo nel 2050.

Ma anche la Norvegia, nonostante abbia un'economia sorretta dal petrolio punta massicciamente sullo sviluppo di una green economy investendo inoltre in web e telecomunicazioni (per approfondimenti vi consiglio QUESTA lettura).

L'italia invece incentiva ancora l'acquisto delle auto a benzina e salva un'azienda, la FIAT, che doveva già essere fallita trent'anni fa (doveva essere nazionalizzata, riconvertita e riprivatizzata in modo da salvare tutti i posti di lavoro, con tutti i soldi passati alla Fiat negli ultimi trent'anni questo è un processo che poteva essere fatto 3-4 volte) togliendo nel contempo gli incentivi per il fotovoltaico e facendo inoltre rimanere la diffusione e la qualità  dell'ADSL a livelli imbarazzanti per quella che dovrebbe essere l'ottava economia del mondo.

Ma torniamo al Nord Europa, in particolar modo in Islanda.
Forse è la storia più bella! Alla fine del 2008 il paese andò in bancarotta schiacciato dal proprio debito ma accadde qualcosa che nella storia del capitalismo occidentale non ha precedenti: i cittadini si rifiutarono di pagare un debito creato da un manipolo banchieri e finanzieri e, cosa ancora più incredibile, i politici islandesi decisero di stare dalla parte di chi dovevano rappresentare.
Nonostante le pressioni internazionali e le ritorsioni successive al referendum che confermò la volontà della popolazione di non pagare, l'Islanda decise di andare avanti per la propria strada con una nuova costituzione che avrebbe sottratto l'isola al potere delle banche internazionali e al loro denaro virtuale.
Una costituzione redatta da un'assemblea costituente composta da 25 cittadini senza tessere di partito e seguita in diretta streaming da tutta la popolazione che poteva dare suggerimenti e giudicare le bozze. (QUI ulteriori dettagli)

Uscire dalla crisi del debito è possibile senza svendere ne il settore pubblico ne frammenti di sovranità.
Oggi l'Islanda si sta riprendendo grazie alla volontà del suo popolo e il motivo per cui probabilmente finora non ne sapevate niente è che questa è una storia pericolosa: cosa succederebbe in Grecia, Spagna, Irlanda e Italia se tutti sapessero?



1 commento:

  1. lettera aperta al parlamento europeo,,,, in polonia un parlamentare guadagna poco piu' di un operaio,ed e' giusto visto l'andamento dell'economia...ma in italia e' una cosa vergognosa e' una lotta tra se' a chi si arrangia a guadagnare piu' di un altro,chi guadagna solo 12.000euro al mese si sente un morto di fame,e solo perche' vedono i furbi che guadagnano 40.000 euro al mese basta che si facciano mettere come sottosegretario,oppure le pensioni d'oro vedi dini,e amato,che prendono oltre 30.000 euro al mese,insomma e' proprio una guerra ad arrangiarsi a scapito dei lavoratori o pensionati che pagano tasse sempre di piu' e guadagnano poco,il debito pubblico sta' aumentando a cifre da capogiro,( 1.900 mila euro )e guarda caso oltre la meta' li hanno fatti dal 1994 in poi,ma dicono sempre che il debito pubblico lo hanno fatto gli altri che c'erano prima,insomma volete strigliare questa linea di governo che stanno distruggendo litalia e ci stanno portando in un baratro senza ritorno.

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